Come funziona il contratto di lavoro part-time
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Come funziona il contratto di lavoro part time

Il part time è una tipologia contrattuale spesso sottovalutata dai lavoratori italiani: è utile quindi provare a fare chiarezza

In un’epoca di grandi cambiamenti per il mondo del lavoro, è importante fare il punto della situazione sulle forme contrattuali più comuni, come il part time.

Spesso il lavoratore non conosce a fondo i diritti e i doveri legati a questa tipologia di contratto oppure non sa se ha i requisiti per richiederla al proprio datore di lavoro. È utile, quindi, provare a fare chiarezza.

Innanzitutto, la legge italiana riconosce ad alcune categorie di lavoratori il diritto di avere un contratto part time o di richiedere la trasformazione di uno a tempo pieno in uno a tempo parziale: gli aventi diritto sono gli impiegati che decidono di trasformare parte del congedo parentale in un lavoro part time (naturalmente, entro i limiti stessi del congedo) e quanti sono colpiti da patologie cronico-degenerative oppure oncologiche, che possono anche poi richiedere il passaggio ad un orario full time.

Ogni trasformazione, in un senso o nell’altro, va formalizzata con un atto scritto. Inoltre, ai dipendenti che hanno figli minori di tredici anni o che convivono con persone gravemente malate, la legge riconosce un diritto di precedenza nel caso in cui l’azienda in cui sono impiegati decida di assumere lavoratori part time.

Più in generale, il datore di lavoro ha il dovere di informare i propri dipendenti full time qualora voglia assumere del personale part time e considerarne eventuali candidature.

Tutti i tipi di part time

Non tutti sanno, poi, che esistono diversi tipi di contratto part time. Si parla di part time orizzontale quando il lavoratore ha un orario giornaliero ridotto o dimezzato rispetto ad un lavoratore a tempo pieno. Il part time verticale è quello in cui il dipendente svolge un incarico full time ma solo in alcuni periodi dell’anno (giorni, settimane, mesi). Infine, il misto assomma in sé le caratteristiche dei precedenti.

È bene tenere conto di queste differenze perché, per esempio, se un lavoratore part time verticale può fare degli straordinari, nel caso del part time orizzontale, al di fuori dell’orario normale, è ammissibile al massimo il cosiddetto “lavoro supplementare”, che non deve comunque mai superare la durata di una giornata full-time.

Retribuzione e contributi

Infine, per quanto riguarda retribuzione e maturazione dei contributi pensionistici, il lavoratore part time è tutelato da eventuali discriminazioni rispetto ai colleghi a tempo pieno: norme, indennità di malattia e maternità e paga oraria sono gli stessi per le due tipologie di contratto.

Naturalmente, all’atto pratico sono le ore lavorate a determinare, per esempio, l’entità della busta paga, ma i parametri su cui ci si basa per il calcolo sono i medesimi. Va da sé che le indennità del lavoratore a tempo parziale verticale riguardano i giorni di effettiva attività.

Valgono le stesse regole per i contratti a tempo determinato o indeterminato. È bene ricordare che alcune parti delle nuove normative sono già in atto (è il caso delle clausole elastiche, oggetto di accordo tra il datore di lavoro e il dipendente), mentre altre entreranno in vigore con i nuovi CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro; è il caso delle clausole flessibili).

Inoltre, il lavoratore che ne senta la necessità, può contare sull’assistenza di un rappresentate sindacale per essere seguito nella stipula di un contratto part time oppure nella trasformazione da tempo parziale a tempo pieno o viceversa.