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Come diventare chef: i consigli di tre professionisti

I consigli di tre professionisti per diventare chef e trasformare la tua passione in un vero e proprio lavoro di successo.

Il mondo della cucina è molto affascinante. Complici i programmi televisivi come Masterchef, ci sono tante persone che aspirano a diventare chef, a lavorare in un ristorante o ad aprirne uno proprio.

La formazione però è un elemento imprescindibile per intraprendere la carriera dell’executive chef in un ristorante. Come si fa quindi a diventare chef? Ecco i consigli di tre professionisti del settore.

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Consigli per diventare chef

  • Bruno Barbieri: uno degli chef più amati d’Italia, diventato famoso al grande pubblico per la sua partecipazione come giudice a Masterchef Italia, in un’intervista rilasciata a eat.cudriec.com ha dichiarato che uno chef, oggi, per raggiungere il successo deve avere uno sguardo aperto a 360 gradi verso mille orizzonti diversi. Ogni nuovo stimolo deve essere fatto proprio e affrontato, senza paura. Il mondo della cucina infatti, sempre a detta di Barbieri, corre velocissimo e non perdona chi resta indietro.
  • Alessandro Borghese: chef amatissimo della televisione. Borghese ha da poco aperto il suo primo ristorante a Milano e, intervistato da Il Tirreno, ha regalato anche qualche consiglio agli aspiranti chef. Per prima cosa, secondo Borghese, lo studio e l’esperienza sono fondamentali perchè il talento non basta. Da giudice di Junior Masterchef poi, Alessandro Borghese, spiega che serve umiltà e lavoro di squadra in cucina.
  • Paul Sorgule: famoso chef americano, sul suo blog personale, da sempre dà consigli agli aspiranti chef per diventare cuochi di successo. Per lui sono molte le cose importanti che fanno la differenza tra un semplice appassionato di cucina e uno chef.  Fra tutte la ricerca delle materie prime che devono essere sempre di ottima qualità. Inoltre in cucina il rispetto e l’umiltà sono doti necessarie per poter lavorare in brigata e portare a casa un ottimo lavoro. In ultimo Sorgule specifica che in cucina lo chef deve essere un leader, non un dittatore.