Contratto a chiamata: cos’è e come funziona
Il contratto a chiamata è definito anche contratto a intermittenza o lavoro intermittente. Questo tipo di contratto è subentrato in seguito all’abolizione dei voucher INPS. Ecco tutto quello da sapereUn po’ lo spiega la sua stessa definizione. Il contratto a chiamata si riferisce ad una prestazione di lavoro occasionale. E subentra quando il datore di lavoro o l’azienda necessita di una prestazione lavorativa temporanea.
Il contratto a chiamata è definito anche contratto a intermittenza o lavoro intermittente. Questo tipo di contratto è subentrato in seguito all’abolizione dei voucher INPS (i buoni lavoro da 10 euro).
A differenza dei contratti di collaborazione (per esempio il Co.Co.Co.) o del lavoro autonomo, il contratto a intermittenza è un tipo di lavoro subordinato, in cui il datore di lavoro stabilisce le modalità e la tempistica con cui la prestazione deve svolgersi. Per essere più precisi, la chiamata può avvenire in periodi di particolare picco lavorativo. Un esempio tipico è il periodo natalizio, in cui la produzione di molte aziende si intensifica. Il lavoratore intermittente viene quindi richiesto in specifici momenti di elevata produttività e principalmente in determinati settori. Fra questi quelli più diffusi sono il settore turistico e della ristorazione.
Come funziona il contratto a chiamata
Il contratto a chiamata viene attivato dal datore di lavoro che invia un SMS agli uffici competenti, se la richiesta del lavoratore ha carattere di urgenza. Un esempio è quando si rende necessaria la sua presenza entro le 12 ore successive. Viene invece inviata una mail ad uno specifico indirizzo PEC se si richiede la presenza del lavoratore intermittente entro 30 giorni.
Il contratto a intermittenza può essere a tempo determinato (quando ha una scadenza precisa) o a tempo indeterminato (quando non ha scadenza). La sua durata, al servizio dello stesso datore di lavoro, non deve superare le 400 giornate, nell’arco di tre anni. Sono esclusi da questo limite i settori del turismo, degli esercizi pubblici e dello spettacolo. Il superamento dei 400 giorni, implica l’automatico passaggio al contratto a tempo indeterminato full time.
Il lavoro a chiamata: quali sono i requisiti
Il contratto a intermittenza può essere proposto ai soggetti che abbiano meno di 24 anni o che abbiano compiuto i 55 anni di età. Una volta stipulato il contratto, il lavoratore che riceve la chiamata è obbligato ad accettarla se il contratto prevede l’indennità di disponibilità. Quando il contratto non prevede l’indennità di disponibilità, invece, il lavoratore può riservarsi il diritto di rifiutare il lavoro.
In caso di malattia, esattamente come per gli altri contratti, anche il lavoratore intermittente deve dare comunicazione tempestivamente al datore di lavoro, percependo l’indennità di malattia INPS, regolarmente soggetta a eventuale visita fiscale.
La retribuzione è rapportata a quella di un lavoratore di pari livello e che svolga la stessa mansione, così come avviene per il calcolo del TFR.