Robot e Automazione - Impatto sul lavoro
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I robot sostituiranno il lavoro umano? Sì, ma creeranno anche occupazione

Entro il 2030 più del 30% dei lavori attualmente svolti dagli esseri umani scomparirà. Ma non tutto è perduto.

Il timore è diffuso e, spesso, i toni sono apocalittici. Anche la letteratura, i film di fantascienza, i cartoni animati (ve li ricordate i “Pronipoti”?), hanno provato a rispondere, in maniera più o meno realistica, a questo dubbio: l’avvento dell’automazione porterà alla disoccupazione di massa e alla perdita irreversibile di posti di lavoro?

Secondo uno studio del McKinsey Global Institute del 2017, che affronta gli effetti dell’automazione sulle attività lavorative, dai cambiamenti che produrrà sulle modalità di lavoro alle conseguenze sull’occupazione e all’impatto sulla produttività, entro il 2030 più del 30% dei lavori attualmente svolti dagli esseri umani scomparirà e le stesse mansioni saranno ricoperte da una macchina o da un software. Lavori che hanno principalmente a che fare con task abitudinari, programmati, prevedibili. Di routine.

Ma non tutto è perduto, anzi. Il report, infatti, sostiene che più che “eliminare” l’essere umano da queste tipologie di lavori, i robot andranno a integrare il processo lavorativo e, nella maggior parte dei casi, a “migliorarlo”. Con conseguenze positive a livello di produttività, salute e sicurezza del dipendente.

Quali saranno, allora, le occupazioni più a rischio automazione?

Il report ha provato a individuarne alcune:

  • AUTISTI: da chi compie tragitti a lunga percorrenza a chi fa semplici consegne a domicilio, l’autista è tra le professioni che rischiano maggiormente di essere automatizzate. Le autovetture autonome, ancora in fase di sperimentazione, diventeranno presto alternative più efficienti e sicure (portando a un incremento del 26% sulla vendita delle automobili entro il 2040);

 

  • CASSIERE: un cambiamento già in atto, con un rischio del 97% per questa professione di scomparire presto da negozi e supermercati. Al suo posto? Casse automatiche, ovviamente;

 

  • ADDETTO AL CUSTOMER CARE: sempre più spesso ci capita di parlare con una voce registrata o chattare sui social con un bot, quando vogliamo metterci in contatto con il servizio consumatori. Non sorprende, quindi, che questa professione figuri tra quelle più a rischio automazione;

 

  • MAGAZZINIERE: un’altra professione che già vive questo cambiamento in molte aziende. Magazzinaggio, imballaggio, trasporto: attività ripetitive, tipiche di chi svolge il mestiere di magazziniere, pronte ad essere quasi totalmente automatizzate.

 

Quali sono, invece, le professioni più al sicuro?

  • PROFESSIONI MEDICHE: se da una parte la tecnologia andrà ad assistere le figure sanitarie nella diagnosi e nello screening, la componente umana, di supporto al paziente prima, durante e dopo la malattia, resterà una prerogativa imprescindibile della professione;

 

  • PROFESSIONI CREATIVE: artisti, musicisti, designer, scenografi, scrittori, art director possono tirare un sospiro di sollievo! Anzi, il report del McKinsey Institute sostiene che la richiesta di creativi crescerà molto entro il 2030;

 

  • ISTRUZIONE: questo ambito, sempre secondo il report del McKinsey, sarà quello che sentirà meno l’impatto dell’automazione. Le competenze socio-emotive deli insegnanti, che pure avranno bisogno del supporto didattico della tecnologia, non potranno mai essere sostituite da alcun robot;

 

  • LAVORI SOCIALI E PER LA COMUNITÀ: la componente umana, emotiva, necessaria ad affrontare situazioni delicate e complesse, resterà fondamentale e insostituibile anche per quei lavori al servizio della comunità. Si stima, infatti, che la richiesta di assistenti sociali aumenterà del 31% entro il 2030.

 

Cosa fare per prepararsi a questa “rivoluzione”?

Essere positivi e rimboccarsi le maniche! Sempre di più ai dipendenti verrà richiesto di possedere competenze tecniche e informatiche; skill creative, di pensiero strategico, di problem solving e di intelligenza emozionale, per affrontare le professioni del futuro.

Siamo sicuri che, anche quando l’automazione diventerà realtà, le capacità tipicamente umane manterranno sempre il valore più grande.