Mentire sul curriculum: cosa si rischia?
Chi di noi non ha mai avuto la tentazione di gonfiare un po’ il curriculum? Al momento di scrivere le proprie esperienze nero su bianco, la paura di non aver fatto abbastanza è sempre dietro l’angolo. E per liberarsene l’unica cosa che ti viene in mente è quella di mentire sul curriculum.
Inventare di sana pianta un’attitudine speciale è un’idea, soprattutto quella di voler rimpolpare un po’ le esperienze passate. Se hai fatto il cameriere di sala potrebbe venirti voglia di aggiungere che ti sei occupato anche di cocktail, per dare l’impressione di avere una formazione bella ampia e completa. Anche se sulla carta non c’è nulla di male, mentire sul curriculum potrebbe essere pericoloso.
Curriculum: cosa si rischia a mentire
Per prima cosa il rischio è quello di essere scoperti. Mettiamo caso che il datore di lavoro creda al fatto che tu sappia fare anche i cocktail al bar, ti assume per un periodo di prova e un clienta ti chieda uno spritz. Immagini la figura tremenda nel trovarti davanti alle bottiglie e non sapere nemmeno quale sia quella giusta?
Se hai scritto di saper usare un programma specifico richiesto per quella mansione che nella pratica non sai usare, questo potrebbe non farti superare il periodo di prova.
Oltre al fatto che mentire su titoli accademici ed esperienze di lavoro è un reato, le aziende fanno spesso dei check nei precedenti posti di lavoro del candidato per capire quanto ci sia di vero (e quanto no) nel curriculum. L’accesso a molti concorsi pubblici richiede la verifica dei titoli e potrebbe comportare l’esclusione dalla partecipazione.
In ultimo, ma non meno importante, per mentire bisogna essere bravi. Se sei una persona onesta probabilmente nel momento in cui ti chiederanno informazioni proprio su quel dettaglio che hai aggiunto nel CV inizierai a sudare e ad avere la voce tremolante. Se poi il capo ti scopre o si immagina che tu stia mentendo potrebbe decidere di scartarti a prescindere. Il gioco vale la candela?