Queste sono le domande a cui non sei obbligato a rispondere durante un colloquio
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Colloquio: i campanelli d’allarme da non sottovalutare

Durante un colloquio può capitare di ricevere domande “scomode” o “non appropriate” a cui non si è tenuti a rispondere.

Oltre alle domande più comuni e diffuse, durante un colloquio può capitare di ricevere qualche domanda “scomoda” o addirittura non appropriata”, che va a investigare sullo stato familiare, sulle ideologie politiche e religiose o sulle condizioni di salute. Un campanello d’allarme da non sottovalutare!

In questi casi, evita di rispondere se non ti senti a tuo agio o chiedi educatamente al tuo recruiter quali sono le intenzioni dietro quelle specifiche “richieste”. Si tratta infatti di argomenti privati e non sei in alcun modo obbligato a rispondere. Al contrario, un selezionatore che pone domande di questo tipo agisce in maniera poco seria e professionale.

Qui abbiamo raccolto alcuni esempi di domande non appropriate.

È sposato/a? Ha figli o intende averne?

Sono domande che vengono rivolte principalmente alle donne. Servono a capire se la tua vita sentimentale e i tuoi progetti familiari possono interferire con il lavoro e rappresentare quindi “un problema”. Ricorda che famiglia e vita privata non sono argomenti rilevanti ai fini di un colloquio. Al contrario, domande relative a questi temi possono nascondere discriminazioni sessiste e violare il Codice delle pari opportunità.

È religioso/a? È iscritto a qualche partito o sindacato?

Anche religione e politica sono questioni che vanno lasciate da parte in fase di colloquio. Se vengono tirate in ballo, magari anche con una domanda generica, non sei assolutamente obbligato a rispondere. Lo Statuto dei lavoratori proibisce infatti di indagare sulle opinioni religiose, politiche e sindacali del lavoratore, perché non devono in alcun modo influenzare l’assunzione.

Ha mai sofferto di attacchi di panico o depressione? Ha qualche disabilità?

Le tue condizioni di salute, sia fisica che psichica, appartengono alla tua vita privata. Non sei tenuto a condividerle col tuo datore di lavoro. È inappropriato, infatti, chiedere informazioni di questo tipo ad un candidato, fatta eccezione per chi appartiene alle categorie protette e lo specifica quindi nel cv.