La sanità del futuro? Avrà bisogno di più infermieri e di nuove competenze integrate
L’infermiere resterà un ruolo professionale centrale della sanità ma si evolverà in nuove figure infermieristiche manageriali.Invecchiamento della popolazione, aumento della cronicità di alcune patologie, una spesa sanitaria che raddoppierà entro il 2050. Dal report confezionato dall’SDA Bocconi, emerge un quadro chiaro sul sistema salute in Italia: per sopravvivere ed essere sostenibile richiederà, oltre a un mix di finanziamento pubblico e privato, anche nuove figure professionali e competenze integrate, più trasversali.
Secondo lo studio NURSE di Cerismas, il Centro ricerche e studi in management sanitario dell’Università Cattolica, l’infermiere resterà una figura professionale centrale della sanità. Con una forte propensione alla multidisciplinarità, allo svolgimento di attività integrate e con una maggiore specializzazione nell’assistenza ospedaliera e territoriale.
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Ma non solo. Nel futuro prossimo, questa “antica” professione si evolverà e si specializzerà in nuove figure infermieristiche manageriali. Tra queste:
Il community matron
Con un ruolo di coordinamento per le attività assistenziali a livello territoriale e domiciliare, la sua missione sarà quella di ridurre le ospedalizzazioni evitabili. Molto diffusa negli ospedali inglesi, recentemente questa figura sta trovando diffusione anche qui in Italia; ogni community matron avrà un “care manager” locale di riferimento. Che svolgerà compiti di assistenza, attivando i servizi necessari alla gestione del paziente.
Il discharge manager
È un infermiere che, sia in ospedale che sul territorio, gestisce il momento della dimissione del paziente (a casa, in un’altra struttura, in un altro ospedale), svolgendo la sua attività in stretto contatto con il team medico, con il paziente e la sua famiglia.
Il nurse risk manager
Si tratta di un profilo infermieristico dedicato alla gestione degli strumenti per la prevenzione e il monitoraggio degli errori in medicina all’interno della struttura ospedaliera; ma anche allo sviluppo di nuove strategie per governarli e ridurli al minimo.
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